Purtroppo, non è la storia d’amore che ci si aspettava a inizio anno tra Vincenzo Vivarini e il Frosinone. Per ora la società è dalla sua parte, ma la pazienza è una virtù che ha i suoi limiti, soprattutto in un calcio sempre più frenetico e immediato. I numeri, freddi e implacabili, non lasciano spazio a interpretazioni: peggior attacco con 4 gol e peggior difesa con 12 gol subiti. Ma è l’ultimo posto in classifica, con soli 3 punti in 6 partite, a gettare un’ombra pesante sull’ambiente.
In un Frosinone spento, senza idee, senza coraggio e con la ferita della retrocessione ancora aperta, l’allenatore dovrebbe essere il faro che indica la via. Tuttavia, Vivarini appare in difficoltà, come un naufrago alla deriva. Privi di leader tecnici in campo, causa anche gli infortuni, e senza una guida carismatica in panchina, i Giallazzurri faticano a trovare un’identità di gioco. Le voci di un possibile cambio in panchina si rincorrono con insistenza, alimentate dalle prestazioni sempre più deludenti della squadra.
Tanti i nomi fatti per sostituire Vivarini, ma al momento si tratta solo di indiscrezioni. L’unica certezza è che sarà ancora lui a guidare la squadra nella prossima sfida contro il Cittadella. I tifosi sperano in una reazione d’orgoglio e in una vittoria che possa riaccendere l’entusiasmo e dare una scossa alla squadra. Tuttavia, se anche contro il Cittadella dovesse arrivare l’ennesimo fallimento tutto potrebbe essere rimesso in discussione e Vivarini, già con le spalle al muro, sarebbe il primo indiziato a essere il capro espiatorio di tutto l’ambiente Frosinone.